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Anche il Master in Medicina Subacquea ed Iperbarica del Sant'Anna impegnato nel recupero della Costa Concordia

Data pubblicazione: 15.01.2013
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Che la tragedia della Costa Concordia diventasse un “problema subacqueo” era lecito attenderlo. Soprattutto oggi si pone un altro grande problema: il recupero di ciò che resta della nave.
Sul cantiere sono attivi 430 operatori di 19 nazionalità, assistiti costantemente da medici e infermieri. Il progetto è importante perché sono attivi contemporaneamente tre cantieri dove gli Operatori Tecnici Subacquei utilizzano diverse tecniche di decompressione: il medico deve conoscere le procedure di emergenza per ciascuna tipologia di lavoro ed essere pronto a intervenire in maniera diversa a secondo del tipo di incidente e del cantiere coinvolto.

La task-force di esperti medici, che vigila sulla salute e sicurezza sanitaria dei sommozzatori impegnati nei lavori subacquei, è composta da professionisti esperti in medicina Subacquea ed Iperbarica, una disciplina di alta specializzazione che vede Pisa all’avanguardia nazionale e internazionale nell’ambito della formazione teorico-pratica. Infatti, presso la Scuola Superiore Sant’Anna, in stretta collaborazione con il  Centro Extreme dell’Istituto di Scienze della Vita e la Fisiologia Clinica del CNR, è attivo fin dal 2005 un Master Universitario di II livello in Medicina Subacquea ed Iperbarica (diretto dal prof. Antonio L’Abbate) che è l’unico ad essere accreditato a livello europeo e presso organi competenti quali l’International Marine Contractor Association (IMCA).

Questa specializzazione medica, sicuramente di nicchia, oltre ad essere il riferimento culturale per il trattamento con Ossigeno Terapia Iperbarica (presidio medico indispensabile per l’incidente subacqueo, incidenti da decompressione, tossicità da ossigeno, l’intossicazione da monossido di carbonio, incidenti traumatici, malattie intercorrenti e molte altre patologie quali il piede diabetico), è strategica per la salute e la sicurezza delle operazioni in basso ed alto fondale, come quelle portuali o quelle offshore per l’estrazione e la distribuzione sottomarina del gas e del petrolio, attività questa in cui l’industria italiana eccelle anche per l’elevato know-how tecnologico.
In quest’ottica, la Scuola Superiore Sant’Anna sta concludendo un accordo internazionale per la gestione del Registro Europeo dei Medici Subacquei dell’IMCA.

La task-force impegnata all’isola del Giglio dal 5 settembre 2012 è diretta dal Dr. Pasquale Longobardi, responsabile del modulo iperbarico del Master di Medicina Subacquea ed Iperbarica di Pisa, ed è costituita interamente da diplomati del Master pisano, che a rotazione presiedono il polo di assistenza medico-subacquea.
Il Master, che complessivamente fino a oggi è stato seguito da 47 medici, opera nell’ambito di un più vasto argomento di ricerca e di applicazione clinica e tecnologica, ovvero la fisiologia delle condizioni estreme. A questo riguardo ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna, della Fisiologia Clinica del CNR e dell’Università di Pisa da una decina d’anni sono impegnati nello studio della risposta multiorgano dell’organismo umano a condizioni estreme, da un lato per identificare gli effetti negativi dello stress psico-fisico e dall’altro per disegnare nuove strategie terapeutiche. I modelli sperimentali utilizzati vanno dalla medicina subacquea, agli sport estremi sulla terra fino allo spazio cosmico.

Didascalie
Foto 1. Relitto Costa Concordia
Foto 2. Il dr. Fabio Faralli, il dr. Pasquale Longobardi (entrambi docenti del Master della Scuola Superiore Sant'Anna) e il dr. Michele Fabrizio (diplomato dal Master e medico impegnato nel cantiere)